martedì 8 gennaio 2013

Thrown right at me



La maggior parte della gente pensa che l'invidia sia aberrante, un offuscamento della ragione in favore della collera, magari. Come per la maggior parte delle volte, la gente sbaglia. L'invidia è un sentimento umano, legittimo, universale, azzarderei "positivo".
E' una realizzazione dei nostri limiti e delle potenzialità altrui, è un modo che ha la nostra mente per dirci che ci manca qualcosa, che siamo insoddisfatti, che abbiamo degli obiettivi che altri sono riusciti a raggiungere e noi no.
E' l'insoddisfazione in se' che ti uccide, è una tarma che ti rode il cervello, scava a poco a poco e raggiunge l'anima. Lascia piccoli fori qua e là che cerchiamo di colmare con succedanei di felicità.
Questa sera la mia invidia è sorta, irreprensibile, guardando il video di un concerto.
Sul palco una coppia di cantautori, stretti attorno allo stesso microfono. Lei canta con una voce d'angelo e lui per tutta la durata della canzone non riesce a toglierle gli occhi di dosso, le canta vicino ad un orecchio, chiude gli occhi ed annusa il suo profumo e pensi che da un momento all'altro lui potrebbe sporgere le labbra un paio di centimetri per baciarla, potrebbe gettare a terra la chitarra e possederla sul palco. In quel momento non esistono né il pubblico né le luci, esiste solo lei.
E la prenderebbe per farci l'amore, quell'amore in cui concepiresti un figlio, quell'amore in cui sudi, piangi, ridi, hai freddo e vedi gli angeli, tutto assieme.
Quell'amore in cui non si parla, si respira e ci si guarda negli occhi, senza distogliere lo sguardo neanche per un attimo.
Quello in cui ti addormenti e sai che non farai l'amore o non dormirai se non con quella persona, anche per il resto della tua vita.
Io li invidio, con tutto il cuore, li invidio tanto da sorridere ed augurarmi che un giorno qualcuno mi invidierà allo stesso modo.